Sebbene tutti lo conoscono, è molto difficile quantificare lo stress.
Esso si presenta quando l'individuo sente che il proprio equilibrio è minacciato, che le sue risorse sono insufficienti e che non riesce ad adattarsi a una situazione. Lo stress può essere scatenato da eventi esterni o da uno smarrimento interiore, in funzione della sensibilità dei cinque sensi dell'individuo. Per esempio, nella spasmofilia il senso più perturbato è l'olfatto, in relazione con la famiglia polmoni-colon, e tale perturbazione si ripercuote sull'equilibrio del sistema immunitario. Ogni volta che sopraggiunge una perturbazione la corteccia cerebrale si attiva e risponde in funzione dell'equilibrio neuroendocrino.
Gli stressori, che possono essere transitori o permanenti, agiscono su un terreno che si modifica nel tempo. La risposta allo stress si manifesta con una reazione emozionale modulata dai circuiti cognitivi più esacerbati. Come abbiamo affermato in precedenza, gli individui attivano comportamenti ormonali personali che coinvolgono organi specifici: essi possono reagire in modo aggressivo o al contrario apatico, con grande emotività o con timore. L'ipereccitabilità, tipica della spasmofilia, si manifesta su un terreno favorevole che presenta disturbi metabolici e soprattutto squilibri calcici e magnesici.
Un terreno stressato coinvolge diverse parti del sistema neuroendocrino, tra cui l'asse ipotalamoipofisario, che stimola direttamente il surrene scatenando una secrezione di adrenalina e di cortisolo che deprime l'immunità. Se gli stressori sono particolarmente intensi e prolungati, l'organismo attraversa diverse fasi:
fase di allarme, in cui avvengono modificazioni biochimiche e ormonali di adattamento immediato;
fase di resistenza, in cui l'organismo si organizza per proteggere la propria integrità;
fase di decompensazione, in cui si verifica l'abbassamento delle difese e l'incapacità da parte del corpo di mantenere l'omeostasi.
Durante questa ultima fase, si osserva una persistenza dello stato patologico di stress che si manifesta attraverso molti sintomi: affaticamento, pesantezza delle membra, insonnia, crampi, modificazione delle percezioni sensoriali, abbassamento delle difese immunitarie, emicranie, ansia, tachicardia, apatia, depressione e cosi via. I ricostituenti, gli psicotropi e la sospensione dell'attività lavorativa, rappresentano i rimedi abituali della medicina tradizionale.
Ogni dolore è in rapporto con una disfunzione organica specifica, quindi il dolore ad un ginocchio non ha la stessa origine di un dolore alla caviglia. La soluzione terapeutica può essere la prescrizione di un antalgico, che però agisce soltanto sul sintomo, senza occuparsi delle correnti vitali che lo hanno provocato.
Da diversi anni le ricerche effettuate hanno permesso di stabilire una cartografia della relazione che intercorre tra i sintomi e i circuiti di comunicazione perturbati: ogni segnale diventa allora un fattore importante per individuare il senso danneggiato, un indizio per comprendere gli squilibri organici in relazione con il metabolismo dei lipidi, dei protidi, dei glucidi e con i fenomeni di ossidoriduzione.
Con il check up quantistico effettuato con Gioia Bertha si è in grado di rilevare:
il grado di stress dell'individuo;
le cause principali dello stress;
su quali organi o apparati va a somatizzare;
si rileva lo squilibrio emotivo (emozioni dell'individuo);
si rileva lo squilibrio del sistema endocrino e tanto altro ancora;
la parte più importante è il riequilibrio di tutte queste alterazioni, riportando gradualmente l'organismo a riprendere le corrette informazioni, l'effetto benefico appare già da un primo riequilibrio.
Tutto questo in modo completamente naturale.
Patrick Vèret, Yvonne Parquer, 2007, "Manuale di Nutripuntura Fisiologia e informazione cellulare", Ed. Tecniche Nuove, p. 240-241.
Le informazioni qui riportate hanno solo un fine informativo. Non sono riferibili né a prescrizioni né a consigli medici.