Da quando lo zucchero non è più una sostanza rara e costosa, il consumo di dolci è andato crescendo in maniera vertiginosa.
Se si considera che è abitudine diffusa consumare il dolce alla fine del pasto, almeno due sono i comportamenti da correggere con urgenza:
ridurre la dolcificazione e abolire lo zucchero raffinato (non dimentichiamo che fino a tempi relativamente recenti l'uomo ha trovato il sapore dolce unicamente nella frutta e in un po' di miele);
consumare il dolce lontano dai pasti, a colazione o come spuntino all'ora del tè.
Pensiamo a quante sono le pasticcerie, i panifici e i bar che vendono dolciumi, all'enorme produzione industriale di merendine, torte e biscotti di ogni tipo e qualità.
In questo contesto ci limitiamo a notare che il sapore dolce di questi prodotti è molto spesso forte: spesso i dolci sono...dolcissimi.
Dal punto di vista dell'igiene alimentare della nostra salute, questo non è sicuramente un passo avanti. Gli zuccheri semplici, che danno il caratteristico sapore dolce al cibo, sono costituiti da mono e disaccaridi, sia gli uni che gli altri, come si è detto, non debbono subire alcuna elaborazione a livello dello stomaco. Ogni sosta obbligata nel tratto digestivo precedente l'intestino tenue, comporta una forzatura che provoca fermentazione, gonfiori, acidità, cattivo assorbimento. A rigore, gli zuccheri semplici non si dovrebbero abbinare a quelli complessi (cioè a cereali, farine, fiocchi): la prima digestione degli amidi, ricordiamolo, inizia in bocca per poi proseguire nello stomaco. Dovremo allora dare l'addio definitivo a torte, biscotti, budini e simili?
E' sicuramente un prezzo troppo alto che pochi, a meno che non abbiano problemi di salute, si sentono di pagare. Anche in questo caso non si tratta di fare eroismi e rinnegare abitudini e gusti personali.
Si tratta piuttosto di trovare la giusta mediazione tra una corretta combinazione alimentare e se stessi: basterà personalizzare con buon senso un'alimentazione sana.
I golosi
Queste allora le indicazioni pratiche e praticabili da tutti, anche dai più golosi:
preferire dolci caserecci;
abolire le farine raffinate che, avendo un sapore meno pieno, richiedono una maggior quantità di sostanza dolcificante;
prendere il dolce da solo, preferibilmente a metà pomeriggio (una specie di “ora del tè”);
per dolcificare torte e biscotti, meglio di tutto sarebbe adoperare succo di frutta e frutta fresca dolce. Per meglio caratterizzare il sapore dolce si può fare uso di miele, melassa, succo di acero, malto, oppure zucchero integrale di canna o di acero.
La frutta
Il consumo di frutta deve essere attento ad alcune avvertenze che, se non rispettate, rischiano di vanificare i vantaggi attesi:
la regola fondamentale è mangiare la frutta lontano dai pasti, è ottima come prima colazione o per la merenda mattiniera o pomeridiana.
Per quanto riguarda la frutta, data l'estrema varietà del contenuto in principi alimentari, riteniamo utile per fissare le idee prendere in considerazione la seguente divisione:
frutta acidula: contiene circa il 15% di zuccheri e fornisce un apporto calorico di circa 60 Cal. (limoni, meloni, albicocche, arance, mele, ciliegie);
frutta zuccherina: contiene dal 15% al 75% di glucidi, fornisce un apporto calorico compreso tra 70 e 370 Cal. (castagne secche) e comprende frutta fresca, sciroppata e secca (cachi, fichi, banane, datteri);
frutta oleosa: è caratterizzata da un elevato contenuto di lipidi (50-65%) e protidi (10-20%); ha carattere acidogeno in quanto gli elementi acidi prevalgono sui basici. L'apporto calorico si aggira mediamente intorno alle 600-650% Cal. (mandorle, noci, pinoli, pistacchi);
Bibliografia: Rimedi naturali, 2001, “Combinazioni alimentari. Salute è...associare correttamente gli alimenti”, Giunti Gruppo Editoriale, Firenze su licenza di Demetra srl.
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Operatore specializzato Luigina Bernardi