Depressione, considerazioni psicosomatiche: le cause e le soluzioni olistiche più efficaci per uscire dal buio

La depressione ha diverse manifestazioni corporeee: calod el desiderio, insonnia,  disturbi respiratori e tanto altro. In quest'articolo affrotiamo tutte le sfacettature della depressione, soprattutto il relazione alla psicosomatica.

Depressione: che cosa vuol dire?

Le cause della depressione sono di solito riconducibili a un insieme di più fattori che convergono a produrre la crisi: esistenziali, affettivo-relazionali, biologici e genetici. Ognuno di noi può vivere una crisi depressiva nell’arco della vita, ma alcuni sono più predisposti di altri, sia per fattori genetici sia relativi alla storia personale. In generale, ogni situazione che produce un senso di perdita (in ogni ambito) può innescare la crisi se giunge in un momento di fragilità emotiva: per esempio un lutto, il periodo dopo il parto, il pensionamento, la menopausa, il matrimonio di un figlio, una separazione, la perdita del lavoro, una malattia

I simboli-chiave legati alla depressione

Ogni depressione, almeno nelle fasi iniziali, è in relazione con la perdita di qualcosa che era sentito come vitale e indispensabile. In generale, la perdita riguarda uno o più dei seguenti elementi: un importante legame affettivo, un contesto sentito come “casa”, un ruolo in cui si era fortemente identificati, il senso della vita che si sta conducendo, un’immagine valida di se stessi, la possibilità di esprimersi in modo autentico. La sensazione è quella di aver perso l’aggancio con la realtà, il ponte con la vita: il disinteresse e l’apatia indicano che il cervello, al momento, non trova più stimoli e al contempo lo proteggono dall’esposizione inopportuna alle consuete azioni e agli incontri quotidiani.

La crisi

La depressione spazza via un modo di essere e ci obbliga a fermarci. Rendendo difficile svolgere le consuete attività, ci impedisce di proseguire sulla strada che stavamo seguendo. Spesso si tratta di un “blocco” salutare perché, fermandoci, la depressione ci sta dicendo: «Attento, quella vita non è adatta a tee ti sta creando sofferenza». In questi casi è un errore voler tornare “quelli di prima” e non ascoltare il messaggio: anzi, proprio la”vita di prima” è responsabile della sofferenza attuale.Se la depressione non può compiere fino in fondo la “missione” per la quale è venuta, cioè trasformarci, farci cambiare vita rischia di diventare cronica e di bloccare davvero la nostra vita.

Come inizia

Spesso l'inizio della malattia è molto subdolo, quando ci si accorge di essere “depressi” in realtà si soffre già da parecchio tempo e da quel momento in poi inizia il dramma. L'esordio solitamente assume i contorni di un desiderio non realizzato, di un pensiero che rimane tale, di un'azione non portata a termine, perchè nel momento della realizzazione qualcosa crea un blocco: il ricordo di una situazione traumatica, un giudizio negativo sulle proprie capacità, il ricordo di qualcosa che è successo molto tempo prima, insomma qualunque cosa impedisce di realizzare ciò che si desidera. Subdolamente quest'energia bloccata crea frustazione, ansia, paura indecisione, chiusura ecc. Ed ecco che, senza volerlo, ci si trova in un vortice sempre più forte che trascina via via sempre più in basso, fino a quando una mattina ci si sveglia e il mondo non è più lo stesso.

Ma perchè improvvisamente il mondo si è oscurato?

In realtà il mondo è sempre lo stesso, sono io che lo vedo con occhi diversi ed è dentro di me e solamente dentro me stesso che potrò trovare la via di uscita. L'unica vera strada percorribile è il cambiamento; devo cambiare me stesso, mettermi in contatto con il mio sé superiore e trovarvi la forza di uscire dal tunnel. Solo contattando la parte più profonda di me, dove risiede la mia originaria innocenza e dove c'è una risposta ad ogni domanda posso sperare di attuare quel cambiamento necessario al mio percorso di vita, che rappresenterà per me l'uscita definitiva dalla depressione. La depressione mi dice che c'è qualcosa che non va nella mia vita, è un messaggio dell'anima che si è smarrita a causa dei mille conflitti e problemi che la vita in quest'epoca così tortuosa ha posto lungo il cammino, è il grido di dolore dello spirito che non sopporta più di essere ignorato e bistrattato, è il pianto della coscienza inascoltata che chiede disperatamente di ricordarci chi siamo e di ritrovare il sentiero perduto.

Depressione i cambiamenti negativi

Nella depressione sono presenti quattro tipi di cambiamento negativo: nel pensiero, nell'umore, nel comportamento e nelle risposte fisiche. Il cambiamento negativo del pensiero induce un'immagine cupa di sé, del mondo e del futuro. Il soggetto ha un umore triste, si sente scoraggiato e senza speranza (disperato). Il comportamento è improntato alla passività (riesce a eseguire esclusivamente compiti di routine e si arrende facilmente di fronte a un ostacolo), manifesta indecisione e può culminare nell'azione suicida. Sul piano fisico vi è spesso un senso di malessere generale con inappetenza, insonnia, mancanza di interesse per i rapporti sessuali e presenza di disturbi circolatori, muscolari, gastrointestinali, oculari, cutanei.

Le alterazioni neuroendocrine

La concomitanza frequente di disturbi comportamentali e disturbi somatici è riconducibile a una modificazione della funzionalità del sistema ipotalamo-ipofisario che esprime la sua azione su un duplice livello: i recettori presenti nel sistema nervoso centrale (SNC) e i recettori somatici. Vi sono molteplici evidenze cliniche e sperimentali della presenza di alterazioni neuroendocrine nella depressione: i livelli di cortisolo plasmatici sono costantemente elevati e non rispettano le variazioni indotte fisiologicamente dal ritmo circandiano, vi è una ridizuione nella risposta di secrezione del TSH allo stimolo da TRH, vi è insufficiente risposta ai test di stimolazione della produzione di GH, sono presenti picchi plasmatici notturni di iperprolattinemia. Ma il punto nodale sembra essere la disarmonia del sistema CRH, il fattore ipotalamico che induce l'ipofisi a secernere corticotropina (ACTH) e che a sua volta stimola la corticale del surrene a produrre cortisolo. Uno dei principali stimolatori del CRH è la serotonina che è anche implicata sul versante somatico (piastrine) nella regolazione della risposta infiammatoria. In alcune forme depressive (melanconia) vi è un'ipereccitabilità dei neuroni ipotalamici che producono CRH, nella depressione “atipica”, al contrario, vi è un deficit di CRH. Questa considerazione dovrebbe far riflettere sull'uso indiscriminato di farmaci antidepressivi che agiscono inibendo la produzione di CRH.

Adattamento dell'organismo

Il sistema CRH, con l'asse ipotalamo-ipofisi-cortico-surrene, è lo stesso invocato nelle risposte di stress e in questa ottica possiamo comprendere le modificazioni biologiche e quelle psichiche della depressione come schema di reazione con significato adattativo dell'organismo. Non si tratta in questo caso di uno stress individuale che attiva un programmma di pretezione dell'incolumità fisica (reazione attacco-fuga), né di uno stress che interferisce sulla sopravvivenza della specie e che comporta l'attivazione del programma riproduttivo (sessualità, gravidanza, cure parentali); nella depressione lo stimolo che comporta la reazione di stress è connesso all'evento della perdita di rapporti interpersonali significativi, quindi alla sopravvivenza sociale.

La mancata eliminazione degli stressor crea cronicità

L'obbiettivo è, come in tutte le reazioni di stress, la neutralizzazione dello stimolo perturbante, in questa visione, lo stato di disagio depressivo reattivo, che consegue all'esperienza della perdità, spinge il soggetto al ripristino di nuovi legami di attaccamento al posto di quelli interrotti. Ma, come per lo stress individuale, la mancata eliminazione dello stressor realizza una condizione di cronicizzazione. A questo punto bisogna precisare che l'evento oggettivo può riguardare la perdita reale, la perdita minacciata e la perdita simbolica, ma è importante l'esperienza soggettiva della perdita alla luce della valutazione cognitiva. Nei confronti di un evento negativo tutti sperimentiamo uno stato di demoralizzazione, ma, mentre per alcuni questa condizione è transitoria e in tempi brevi essi si riprendono, per altri questa condizione dura più a lungo. Lo stato di demoralizzazione deriva principalmente dalla condizione di impotenza che si accompagna all'evento negativo; questa condizione percepita viene mantenuta più a lungo nei soggetti con atteggiamento pessimistico, cioè in coloro che hanno la tendenza a spiegare le cause dell'evento negativo (lo “stile esplicativo”, secondo Seligman) in maniera autocolpevolizzante, con estensione di lunga durata nel tempo (addirittura per sempre) e coinvolgimento di tutti o di gran parte degli ambiti della propria vita.

Trasformazione e rinascita

Se si riesce a osservare la depressione nel suo insieme, ecco che gradualmente emerge l’aspetto creativo della crisi. La depressione infatti esprime il grande tema della morte-rinascita presente a ogni livello della natura. In natura tutto ciò che nasce lo fa al buio, in silenzio, nel segreto, dopo un periodo di oscuramento/gestazione: il bimbo nella pancia della mamma, la farfalla nel suo bozzolo, il seme nelle profondità della terra. Questa legge, per la quale una creazione deriva sempre da una “morte” (perdita, disagio, ripiegamento), vale anche per l’ambito esistenziale: nella vita le scelte e i cambiamenti fondamentali che facciamo nascono sempre da un più o meno lungo momento di crisi o di depressione, nel quale il vecchio schema si spezza e fa spazio al nuovo, che deve ancora configurarsi ma che in realtà, in modo embrionale, è già presente nelle premesse che hanno prodotto la crisi stessa. La depressione è quindi dolore, sofferenza e – su un piano organico – alterazione chimica dei neurotrasmettitori; ma è anche l’espressione della capacità del cervello di riconoscere quando è il momento di cambiare, di trasformarsi.

Depressione: chi è più a rischio?

Persone che non riescono a sottrarsi a situazione cariche di sofferenza o che richiedono un prolungato dispendio energetico. Persone che non abbandonano o non modificano uno stile di vita nel quale da tempo non si riconoscono più. Persone con tratti di personalità dipendente, che si appoggiano agli altri nella maggior parte delle situazioni che vivono.

Quali gli aiuti

E' possibile fornire al soggetto, soprattutto in via preventiva, quelle abilità cognitive di controllo personale che intervengono sul meccanismo di elaborazione dell'atteggiamento e che permettono di cambiare lo stile esplicativo in modo da interrompere la genesi e il perdurare del sentimento di impotenza. Queste modalità non hanno nulla a che vedere con le facili e, pertanto, inefficaci ricette del “pensiero positivo” alla Pollyanna che esortano a vedere la vita esclusivamente tinta di rosa, ma, al contrario, mettono a fuoco una realtà espressa da una considerazione di Virginia Satir: “La vita non è quella che dovrebbe essere. E' quella che è. E' il modo in cui l'affronti che crea la differenza”.

Le soluzioni più efficaci per ritrovare il benessere

Un grande aiuto ci arriva dalla medicina quantistica grazie al check up quantistico in biorisonanza e in biofeedback che ci consente in dettaglio di scoprire , la o le cause del problema e definire un profilo completo sullo stato psicofisico generale, individuando il valore dello stress (alto o altissimo: “emergenza”), ma anche l'apatia o la depressione, ma soprattutto le cause e le somatizzazioni nel corpo, oltre al sistema nervoso autonomo che ne è il protagonista. Effettua il riequilibrio degli organi e dei sistemi armonizzandoli energeticamente Analizza stress di varia origine, stanchezza mentale, ossessione, fobie; tratta e riequilibra questi disturbi con sistemi radionici di risonanza trivettoriale, utilizza cioè, unico al mondo, tre sistemi d’informazione: biorisonanza, biofeedback e radionica.

Per maggiori informazione e/o per prenotare il tuo check up quantistico, contattaci senza esitare. Saremo lieti di aiutarti.

Le informazioni qui riportate hanno solo il fine di operare una informazione, non sono riferibili nè a prescrizioni nè a consigli medici.

Operatore specializzato Luigina Bernardi

Bibliografia e altre fonti

1) Catia Trevisani, 2010, “Curarsi con la Naturopatia”, vol. 2 - Edizioni Enea, pag. 16 – 17 – 19 – 20 21;

2) sito web www.gioiabertha.it  e www.progettobenesserecompleto.it;

3) sito web www.riza psicosomatica.it

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luigina bernardiLuigina Bernardi: libera professionista specializzata in bioenergetica quantistica e certificata come operatore di MTC, Nutraceutica, Naturopatia alimentare e psicosomatica, allergie, intolleranze alimentari, fiori di Bach, nutripuntura. Utilizza l'apparecchiatura Scio/gioiabertha per la sua attività di ricerca e come professionista in bioenergetica quantistica. Iscritta nel registro professionale SIAF ITALIA n° VE1785P-OP come operatore olistico professionale ad indirizzo energetico, conformemente ai sensi della legge 4/2013.

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